Senza libertà e autonomia
Essere “autonomo” nel mondo sindacale è quasi sempre sinonimo di “libertà” e quando questo termine è associato a quello di “confederale”, inteso come coesione fra forze autonome senza nessuna influenza politica, deve essere ritenuto “il futuro”.
Negli ultimi 20 anni nel settore delle Telecomunicazioni i lavoratori sono stati rappresentati da correnti politico\sindacali che hanno ceduto e barattato diritti e salario in cambio tempo di vita dell’azienda di turno.
Tali risultati sono stati ottenuti con accordi ad hoc nelle aziende in crisi e successivamente, oltre che copiate in altre, sono state trascritte anche nel CCNL di riferimento.
Tutto questo ha generato un sistema volto al ricatto, per il quale ad esempio, il lavoratore deve accettare condizioni sempre peggiori a causa di un potenziale trasferimento delle commesse all’estero.
Leggere documenti delle solite OO.SS. che, invitano i lavoratori ad iscriversi a ciò che loro descrivono “i più forti”, ha del paradossale, per chi ha memoria del passato e vive il presente e perché questo significa scegliere soggetti per nulla autonomi a tutti i livelli territoriali e legati ad una vecchia e miope politica.
Noi, come i lavoratori TIM, non dimentichiamo la solidarietà ed i reali motivi che l’hanno generata, la trasformazione della 14esima, il dimezzamento del PDR, gli accordi di marzo 2013 e ottobre 2015 con la nascita della timbratura in postazione, la franchigia, la banca ore e la geolocalizzazione (non basterebbe una pagina per citarli tutti), quasi tutti strumenti che i Tribunali stanno giudicando illegali ed i quali oggi portano ancora la loro firma.
A tutto questo dobbiamo aggiungere la disdetta del contratto integrativo TIM che ha leso il patrimonio dei lavoratori in quanto in parte sancito con le armonizzazioni del 2000 e 2001.
Oltre ciò, nessuno può dimenticare la firma del verbale di convergenza ed il teatrino legato all’art.28.
Ma dobbiamo riflettere anche sulla bontà di coloro che si erigono a “paladini dei lavoratori “ e che chiedono “l’iscrizione ed il voto” perché sono i più “grandi”. Questi sono sempre quelli che hanno modificato il rapporto fra azienda e sindacati per definire i turni di lavoro, trasformandolo in esame congiunto e che l’azienda utilizza ad ogni occasione per partire in modo unilaterale dopo una semplice informativa (pensiamo ai turni in ASA e dei TOF) oltre che, ad esempio, non possiamo dimenticare che nel 2013 hanno eliminato la frase nell’articolo 30 del CCNL che fa slittare il pagamento dello straordinario in assenza di apposita dichiarazione del lavoratore.
Sempre quelli che si erigono a paladini, sono coloro che “non sono stati brillanti nel valutare ciò che firmavano” ad esempio relativamente all’aumento previsto dall’accordo di programma successivamente riassorbito dai sovraminimi individuali e che garantivano che nel prossimo rinnovo del CCNL questo non sarebbe avvenuto e adesso è oggetto di ‘’rigurgito’’ di orgoglio sindacale dopo che molti lavoratori non ne hanno usufruito.
Ricordiamo inoltre l’elemosina del Welfare che ha portato 120 euro spendibili solo in buoni o voucher contro la mancata elargizione dell’una tantum per i tre anni di vacanza contrattuale.
Ai predetti problemi da loro generati, non dimenticare escludere le ipoteche firmate nell’accordo di programma che prevedono l’apertura ai controlli e la modifica della nota a verbale relativa all’articolo 26 istituendo i nuovi sesti livelli operativi.
Sempre loro sono quelli che sponsorizzano un nuovo secondo livello, sotterrano le radici di quello TIM e delle armonizzazioni del 2000 e 2001 e quindi esponendoci a nostro giudizio all’assorbimento collettivo.
Solo degli ipocriti possono vantarsi di un ritorno, per inerzia, ad un dialogo inteso come restituzione dei nostri 2gg di ferie.
CISAL COMUNICAZIONE a seguito di comunicati che enfatizzano timidi risultati (per giunta dettati dall’inerzia e dai problemi delle scelte di campo pro_padronali) cercando di addossare le colpe alle OO.SS. autonome da parte di quei soggetti privi di libertà ed autonomia, invita i lavoratori a scegliere le OO.SS. con sani principi e che tutelano realmente salario e diritti oltre che, non essere influenzati\comandati da correnti politiche del passato.
Ipocrita è anche chi resta iscritto a costoro e si lamenta.
Se questi sono i “fatti” … Preferiamo quelle che loro definiscono “chiacchere inconcludenti”, che a differenza delle loro azioni tutelano i lavoratori e NON fanno danni permanenti.
Noi siamo una Organizzazione Autonoma
non tentiamo di esserlo!!
NOI SIAMO CISAL COMUNICAZIONE.
Roma, Luglio 2018
RSU TIM LAZIO