Siamo di fronte ad un paradosso. Il Governo ha finalmente accelerato in termini di Agenda Digitale, per colmare o quantomeno ridurre il gap con gli altri Paesi europei attraverso l’introduzione di investimenti pubblici e privati; il mondo delle telecomunicazioni si appresta a modificare nel medio termine le piattaforme di trasmissione (il DTT sarà presto sostituito dalle nuove tecnologie DVB-T2 con standard di codifica e compressione HEVC; la fibra ottica si estenderà sul territorio in modo decisivo, ecc.); eppure, nonostante tutto, ci ritroviamo con un CCNL per l’Emittenza Privata scaduto, e ancora in attesa di rinnovo.

È il caso di prendere in prestito il vecchio adagio secondo cui ancora una volta si cerca di “fare le nozze con i fichi secchi”, ovvero pretendere innovazione, tecnologia, progresso senza però aggiornare le professionalità degli operatori di settore, garantirne la giusta remunerazione, il diritto a un’equità tra tempi di lavoro e di riposo (in modo da garantirne peraltro una maggiore produttività).

Niente da fare, siamo alle solite. Eppure, dopo un calo drastico del mercato pubblicitario legato ai canali televisivi, negli ultimi mesi si è assistito a una ripresa non casuale del settore on demand (pay tv), e, stando alle promesse, a inizio anno il governo dovrebbe bandire l’asta per assegnare le frequenze 700 MHZ, che garantiscono una migliore qualità di codifica e la possibilità di ospitare un maggior numero di canali sulla medesima frequenza. Entro l’autunno, probabilmente, sbarcheranno in Italia servizi come Netflix che già hanno sconvolto il mercato radiotelevisivo americano, e sono pronti ad approdare anche in Europa.

A tutto questo è necessario farsi trovare pronti – nonostante il ritardo epocale nel quale già ci troviamo! – e programmare per tempo gli aggiornamenti necessari per non restare ai margini in Europa in termini di progresso tecnologico legato alla comunicazione.

Il CCNL del settore in questo quadro è uno strumento indispensabile per governare tale cambiamento. Occorre aggiornare le competenze professionali intercettare e governare nuovi modelli organizzativi con l’obiettivo anche di includere nuove imprese che sono già parte della filiera produttiva. Occorre che il lavoro e l’impresa operino nella trasformazione e per la trasformazione con piena consapevolezza e forte motivazione.

Pertanto, Cisal Comunicazione auspica con forza una risoluzione rapida e soddisfacente per quanto concerne il rinnovo del CCNL, per garantire ai lavoratori del settore le giuste competenze e una maggiore qualità del trattamento loro riservato; e arrivare all’appuntamento con il progresso – cui siamo già profondamente indietro – con maggiore professionalità ed esperienza.

p.Cisal Comunicazione A.Natili

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