Allo stato attuale i siti di Roma, Napoli, Palermo sono in regime di contratto di solidarietà per dichiarati esuberi di 2523 lavoratori.
Il contratto di solidarietà deriva da un accordo sottoscritto in sede ministeriale il 30 maggio 2016 da cgil/cisl/uil/ugl, un accordo che prevedeva una “scadenza” cioè 30 novembre, per poi prevedere una cassa integrazione (non certa). Sul sito di Palermo l’azienda ha avviato una procedura espulsiva del personale che “fortunatamente” o per bravura si trova a operare su una commessa “persa” già dal dicembre 2015, l’alternativa almeno per 154/153 fortunati è il trasferimento verso la sede di Rende, cioè un trasferimento interregionale con tutte le difficoltà del caso.
Lavoratori, ancora una volta abbiamo la possibilità di dimostrare la nostra unità, ed è possibile farlo con l’unico strumento che ha il lavoratore all’interno del posto di lavoro, il SINDACATO.

Per il sito di Palermo, servizio ENEL
– Seguire tortuose vie legali, lunghe e costose, per appellarsi nella migliore delle ipotesi a interpretazioni del caso, non riteniamo che in questa fase sia conveniente per il lavoratore, pur ritenendole necessarie.
– Procedere con azioni di lotta sul campo, continuerebbe a indebolire inutilmente le ultime buste paga che riceveremo, se non creare danni peggiori.
– Per non considerare, l’interminabile e indefinibile danno psico-fisico (che valuteremo in quale sede discutere) che questa situazione sta già adesso raggiungendo il limite invalicabile della sfera personale della nostra vita.
– Clausole sociali, indefinite, senza necessari chiarimenti non possono essere considerate alternativa a nulla.
– Nessuno di Cisalcom si è dimenticato degli operatori ENEL, siamo TUTTI Lavoratori almaviva fortunatamente e sfortunatamente.

Per tutti gli altri servizi e Siti
Appare ovvio come il 95% dei Lavoratori aveva previsto che l’accordo del 30 maggio scorso era da rifiutare, non poteva essere rispettato in quei termini e per primi i Lavoratori l’avevano rifiutato, adesso l’azienda rifiuta di fatto l’accordo, procedendo con dei malcelati licenziamenti di 154/153 lavoratori, i primi di una lunga serie di commesse che andranno a scadenza o non risultano convenienti mantenere; i sindacati rifiutano di fatto l’accordo non volendone trattare una parte, quella relativa al controllo del lavoratore, non per impedirlo nettamente ma per demandarlo a una più “appropriata” contrattazione nazionale; il governo, almeno nei fatti, rifiuta l’accordo nell’assenza di azioni che in principio dovevano essere intraprese, a noi non pare vi sia stato un effettivo intervento di lotta contro la delocalizzazione o che comunque i tempi politici non collimano con quelli dei Lavoratori.

Ci hanno provato ma alla fine ci hanno dato ragione, l’accordo non va bene per nessuno, che il sindacato firmatario di quell’accordo, revochi e disdica con effetto immediato l’accordo del 30 maggio 2016.
Che si riaprano immediatamente le procedure di mobilità, si ritorni immediatamente ai tavoli per, se possibile, trovare un accordo che possa soddisfare i Lavoratori.
Disdiciamo due mesi prima della sua naturale scadenza il contratto di solidarietà.
Noi di Cisalcom non possiamo disdire quell’accordo, in quanto non l’abbiamo mai voluto firmare, seguendo il volere dei Lavoratori.
Ancora una volta dimostriamo che siamo veramente TUTTI almaviva, invitate, per coloro che ancora hanno i propri referenti all’interno delle sigle firmatarie, a disdire con effetto immediato l’accordo del 30 maggio 2016, come si doveva già fare 3 mesi fa.

Direttivo e RSU
Cisal Comunicazione
Almaviva Contact

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