Due sono gli input che ci hanno spinto a porci quesiti in merito. In primis, la discutibile, sia dal punto di vista della ragione che normativamente, decisione dell’Azienda di tenere spenta la caldaia il sabato e la domenica. Decisione che, di fatto, esclude l’acqua calda da gran parte dei rubinetti e docce all’interno dello stabile. Questo nonostante nel weekend ci siano diversi dipendenti in regolare turno all’interno dell’Azienda. Oltre a queste, a parer nostro, eccessive ed inutili restrizioni sull’utilizzo delle docce, si è aggiunto un altro problema manifestatosi con un episodio di alcuni giorni fa all’interno dello studio:
Un collega il 18 marzo 2015 intorno alle 8, come di consueto dopo la trasmissione ‘Rassegna Stampa‘, stava preparando le telecamere in studio per la trasmissione ”La Lettura”. Durante quest’operazione è scivolato in studio sul cavo nero che porta alimentazione e i segnali al monitor di studio. Cadendo, ha impattato al suolo con il braccio sinistro e la testa davanti ai giornalisti presenti in turno. L’infortunio lo ha costretto a ricorrere alle cure del pronto soccorso. La prognosi conclusiva parla di giorni 10.
Più volte è stato fatto presente che quel cavo in studio è pericoloso in quanto è molto sdrucciolevole ed è stato oggetto di scivolate e cadute di altri colleghi. Chiediamo ancora una volta, dopo questo incidente, che il cavo venga sostituito immediatamente o messo in sicurezza per evitare che altri colleghi si possano fare del male. Quanto appena descritto ha portato alla luce un altro grosso problema, ovvero la totale inadeguatezza della cassetta di pronto soccorso all’interno dell’Azienda, conservata innanzitutto in condizioni al limite del degrado ed inoltre, molto probabilmente, priva dell’adeguato numero e varietà di presidi necessari per prestare le prime cure in caso di infortunio in una Azienda con
questo numero di dipendenti.
A questo, ci permettiamo di aggiungere che, per quanto riguarda i tecnici, non esiste un luogo adeguato adibito a spogliatoio, come prevede la legge; infatti, al momento gli armadietti si trovano nel magazzino. Chiederemo un incontro con l’Azienda per risolvere le questioni nell’interesse di tutti, non solo degli iscritti Cisal, perché, se davvero siamo arrivati al punto di chiudere l’acqua calda nel fine settimana e di non avere una adeguata cassetta di pronto soccorso aziendale, forse è il caso di farci parecchie domande. Lavorare in un clima disteso aiuta tutti, ma di sicuro non ci facciamo intimorire da azioni aziendali volte a colpire il singolo o l’intera totalità dei dipendenti. Certo, capiamo il peso nel ritirare un pacco, ma pensiamo che in questo momento ci siano altre GRAVI mancanze da sistemare, la sicurezza in
primis.
Cordiali saluti
Segreteria Provinciale CISAL Comunicazione