Ci troviamo costretti, ancora una volta nostro malgrado, a denunciare la negligenza, il disinteresse e l’ipocrisia del sistema Fastweb.

Iniziamo col considerare il primo di questi 3 sostantivi: la negligenza.

La questione ormai annosa del riverbero acustico presente nella sala al piano terra, unita alla questione delle sedie-giocattolo e non ultimo a quella recentissima della formazione in presenza tenutasi in condizioni di rischio (oltre che di scomodità) per i partecipanti, sollevano forti dubbi sulla consapevolezza e conoscenza della nostra azienda in materia di salute e sicurezza anche se siamo sicuri si tratti invece, appunto, di negligenza: l’aula adibita alla formazione non disponeva di PC, ciascuno ha quindi utilizzato il proprio portatile, i cavi di alimentazione correvano, aggrovigliandosi, lungo la stanza, sopra e sotto i banchi, collegati a ciabatte (una delle quali portata da un dipendente da casa propria) su cui ognuno in totale autonomia doveva occuparsi di staccare e attaccare i cavi cercando di non inciampare su quelli giàpresenti tutt’intorno; le sedie gentilmente forniteci dalla GiochiPreziosi non sono adatte alle schiene e ai deretani di lavoratori ormai tutti tra i 35 e i 60 anni. L’azienda sa da tempo e ha ricevuto già diverse segnalazioni e solleciti al riguardo e siamo sicuri, dopotutto, che il deretano dei nostri colleghi presso le altre sedi Fastweb sieda su ben altro scanno; infine, il riverbero assordante non sappiamo bene che effetti possa avere a lungo termine, ma sappiamo a nostre spese quanto ci infastidisca e confonda nell’immediato, mentre lavoriamo. Tutte le suddette questioni rientrano, appunto, nella fattispecie della salute e sicurezza e il fatto che l’azienda, che conosce bene e meglio di noi la legge in materia, non la applichi rende la stessa negligente. (Negligere: Trascurare, omettere di fare ciò che sarebbe proprio dovere di fare)

Il disinteresse ha invece a che fare non più con gli obblighi di legge ma con qualcosa di più importante: la sicurezza dovrebbe diventare normalità, essere cioè interiorizzata, diventare culturale e perché ciò avvenga è necessario che ci siano persone che si interessino di altre persone e dei luoghi in cui queste operano e lavorano.

Quest’ultimo argomento ci conduce all’ultima delle nostre scelte lessicali, l’ipocrisia. Il disinteresse produce comportamenti di facciata che nel nostro caso sembra possano appartenere all’ambito del ‘Safety Washing’. La prevenzione, la salute, la sicurezza, la riduzione del rischio e conseguente protezione dell’incidente sul lavoro non possono e non devono essere mere strategie di comunicazione. Chiediamo pertanto all’azienda di rispettare quell’atto normativo su cui, negli ultimi mesi, ci ha chiesto di formarci (D.Lgs 81/08 e s.m.i.) e di riflettere sulle “primissime parole” che furono dette ai meeting di “Welcome” soprattutto sul tema SEDE. Ricordiamo la parola “ provvisoria”, che è fatto, istituito, affidato per provvedere a qualcosa per un tempo limitato. Limitato a quanto? Mesi, anni? Ancora oggi, dopo quasi un anno, non abbiamo una risposta.

Un’ultima questione su cui vogliamo spendere alcune poche parole, non perché meno importante ma perché di maggiore immediatezza, riguarda la difficoltà a trovare parcheggio per ovvie e note ragioni, principale è stato l’aumento della popolazione lavoratrice (Fastweb e non) presente in sede. Fermo restando che a nessuno dispiace fare più di due passi per raggiungere il proprio posto di lavoro durante una bella giornata, altrettanto fermo rimane tuttavia il fatto che sia meno confortevole farlo quando piove o sotto la canicola siciliana aggravati dallo scomodo fardello di chi ha ancora a disposizione una sede pro tempore sprovvista di armadietti, sottolineando che a volte trovare parcheggio è ormai impossibile anche nelle immediate vicinanze e che la struttura non è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici.

Ci chiediamo, dato che i lavoratori di Catania non si trovano nelle stesse condizioni di lavoro degli altri centri, se sia possibile una maggiore tolleranza sulla pianificazione dello smart working e delle giornata in presenza, perchè è vero che l’accordo è nazionale e pertanto deve essere rispettato, ma lo è oggettivamente anche il fatto che le condizioni lavorative, al momento, non rispecchiano quelle delle altre sedi Fastweb.

Noi speriamo, ancora una volta, che le bellissime parole dei primi giorni si tramutino in fatti.

Soprattutto Catania, dopo tanti anni, pensa di meritarlo.

 

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Catania, 8.01.2023

Cisal Comunicazione
Segretario Provinciale
Emanuela Maffei