Le aziende delle Telecomunicazioni hanno trovato modi assurdi di agire, diventati ormai consuetudine, per moltiplicare i propri ricavi.
La strategia è la solita, abbassare il costo del lavoro, togliendo diritti e parte della retribuzione e usurpando quotidianamente ai lavoratori prezioso tempo personale.
Tutto questo avviene grazie a “qualcuno” che anziché svolgere il ruolo di protagonista, si comporta da mero spettatore, giustificando tutto con i soliti ritornelli: “perimetro aziendale” ed “esuberi”.

Così i lavoratori continuano a restare sempre le solite vittime di una progressiva involuzione, derivante dall’inamovibilità di chi si erge a finto paladino dei diritti.
Questa è, purtroppo, la triste realtà. Tutti pensavano si fosse già raggiunto l’apice dell’indecenza nel marzo 2013, ma oggi possiamo constatare non essere così. Neanche le sentenze a favore dei lavoratori relative alla franchigia, hanno convinto i sottoscrittori dell’accordo impopolare a revocare la firma da un atto illegale.
Tutto questo non è bastato, infatti, sono state attuate altre politiche scellerate, prospettando un orizzonte ancora più incerto, che sta trasformando il Tecnico Telecom, in un tecnico low cost che non arriverà più a fine mese.
Questo documento mira a offrire una rappresentazione concreta della precaria situazione e ad annunciare azioni per recuperare e magari arginare la deriva.

Il TOF Low Cost
‐ Non ha un’indennità di guida, pur svolgendo un lavoro con l’automezzo aziendale per tutta la giornata lavorativa;
‐ È obbligato a subire la franchigia, 30 minuti o 1 ora al giorno viene ceduta gratuitamente come tempo extra rispetto all’orario di lavoro;
‐ Non è riconosciuto il tempo per indossare gli abiti da lavoro, all’inizio e alla fine della giornata, ovvero il tempo tuta\divisa;
‐ Non è più riconosciuta un’indennità mensa, tanto meno il disagio di lavorare sempre in luoghi diversi fuori dalle sedi di lavoro (ex mancato rientro);
‐ Fino a qualche tempo fa lo straordinario, quel poco richiesto, confluiva in parte in banca ore e, quindi, non retribuito;
‐ Non è riconosciuto alcun indennizzo per il lavaggio dei propri indumenti da lavoro, lasciati coercitivamente alla cura individuale del lavoratore;
A tutto questo si aggiunge la geolocalizzazione dello smartphone, le continue pressioni finalizzate all’aumento della produttività individuale, la mancanza di strumentazione adeguata, la mancata sostituzione periodica garantita degli indumenti da lavoro, le azioni disciplinari ed i licenziamenti.
Si comprende, a questo punto, come il clima e lo stress da lavoro si ripercuotano, inevitabilmente, anche oltre l’orario di lavoro e nell’ambiente familiare.
Altra nota dolente è la tanto discussa applicazione della solidarietà espansiva, che graverebbe pesantemente sui lavoratori con quasi venti anni di azienda, diventando insostenibile per chi ha solo 7 scatti di anzianità e non ha il sovramminimo ante anno 2000.

CISAL COMUNICAZIONE ritiene che la situazione non è più sostenibile e pertanto metterà in campo qualsiasi azione a tutela dei TOF.

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Roma, Febbraio 2018

Segreteria Nazionale TIM