Questa parola ha caratterizzato l’incontro di ieri 7 febbraio 2018 del coordinamento nazionale con l’azienda. La riunione era improntata sulla presentazione da parte dell’azienda del piano organici 2018‐ 2020 che prevedeva le seguenti voci:
‐ Prepensionamenti
‐ Esodi incentivati
‐ Assunzioni
‐ Formazione
‐ Solidarietà espansiva, che a detta dell’azienda è necessaria a sostenere tutta l’operazione.
Non ci è stato il tempo di iniziare che le maggiori sigle sindacali tra cui la nostra hanno commentato quanto stava
avvenendo in contemporanea, tra il ns. AD e il ministro dello sviluppo Calenda.
L’esito di tale incontro ha confermato che lo spin‐off verrà presentato al consiglio di amministrazione di Tim il 6
marzo, due giorni dopo le elezioni, come parte di un piano industriale che comprende anche una ristrutturazione con
6.500‐7.500 esuberi.
Tale notizia che come le precedenti, sono state apprese direttamente dai Media, ha gettato luci e ombre su tutta
l’operazione presentata dall’azienda.
I temi trattati sono stati seguenti:
– Eventuale vendita di TIM Brasile (+66% di utile);
– Costo delle Internalizzazioni e assunzioni che verranno accollate ai lavoratori.
– La mancata discussione sul contratto di II° livello e la vergognosa applicazione del Regolamento di
servizio.
– Il mancato pagamento della Una tantum e relativa restituzione del prestito a termine della solidarietà
difensiva.
– Rispetto dei contratti di lavoro e dei subappalti multipli.
– Il piano industriale sul quale non c’è assoluta chiarezza sugli investimenti futuri.
– Il reperimento dei fondi per sostenere l’isopensione (700 m.ni stimati dall’azienda).
Oltre ai temi riproposti sopra con le slides dall’azienda non possiamo che sollevare molteplici dubbi su tutta l’operazione soprattutto quella dello Spin Off della Rete che getta preoccupanti interrogativi sul futuro dei lavoratori e il mantenimento del perimetro occupazionale.
Inoltre la CISAL COMUNICAZIONE ha espresso la piena contrarietà all’utilizzo dello strumento della Solidarietà
espansiva, perché nuovamente un aggravio sui lavoratori e soprattutto applicata a tempo indeterminato.
Abbiamo già pagato e anche molto sia in termini economici e di qualità della condizione di lavoro, forse e ora di
dire BASTA!
Roma, 7 Febbraio 2018
Segreteria Nazionale TIM