Come delegati Fasi, vogliamo richiamare l’attenzione sull’esecutivo di questo istituto e sul suo Presidente, con l’obiettivo di riportare al centro il nostro ruolo e il rispetto delle prerogative statutarie.
Gli iscritti al Fasi, come previsto dallo Statuto, sono stati chiamati a eleggere i delegati, tra cui il sottoscritto, ancora in carica, e il rappresentante dei lavoratori nel Consiglio di Amministrazione Rai, Davide Di Pietro. Tuttavia, noi 50 delegati Fasi ci troviamo costantemente esclusi da ogni informazione e decisione rilevante che riguarda l’istituto.
Un caso emblematico è quanto accaduto lo scorso anno: dopo aver scritto al direttivo per chiedere spiegazioni su alcune voci allarmanti, abbiamo scoperto, solo a fine 2024, che l’unica opzione disponibile era accettare o rifiutare le condizioni imposte dalla compagnia assicurativa Unisalute. Nessun coinvolgimento, nessun confronto, nessun rispetto per il ruolo dei delegati, relegati a meri spettatori.
Oggi veniamo a sapere che è stata indetta una gara tra compagnie assicurative per l’anno 2025. La nostra preoccupazione è che, ancora una volta, ci troveremo di fronte a un “prendere o lasciare” deciso all’ultimo minuto, senza che ci sia stato il tempo di analizzare le proposte o garantire un vero dibattito sulle scelte più opportune per i lavoratori iscritti.
È fondamentale che il nostro rappresentante dei lavoratori, Davide Di Pietro, eletto due volte, si assuma la responsabilità di tutelare gli interessi collettivi e dia priorità alle esigenze dei lavoratori, piuttosto che concentrarsi esclusivamente sugli equilibri politici del Consiglio di Amministrazione Rai. Ribadiamo che i delegati Fasi non possono essere considerati figure di rappresentanza simbolica. Essi rappresentano una garanzia di democrazia, trasparenza e partecipazione, valori fondamentali che devono guidare l’operato di chi gestisce un istituto così importante per i lavoratori.
È ora di cambiare rotta: i delegati devono essere messi nelle condizioni di svolgere appieno il loro mandato, affinché
il Fasi torni a essere uno strumento di tutela collettiva e non un’istituzione distante dalle vere necessità dei lavoratori.
Roma 04/11/2024
P. Segreteria Nazionale RAI
Cisal Comunicazione
Dante Iannuzzi