Come spiegato più volte dall’Azienda, lo scopo principale dell’installazione sui veicoli della Z-Box (con relativa geolocalizzazione della macchina), e la conseguente comparsa del pulsante “SOS” sul cruscotto sarebbe quello di salvaguardare la salute del lavoratore: in caso di malore il tecnico dovrebbe premere il pulsante attivando un protocollo di sicurezza che culminerebbe con l’attivazione dei soccorsi sanitari.
Il condizionale serve a evidenziare che le cose non funzionano esattamente in questo modo. Ad un collega è capitato inavvertitamente di premere il pulsante SOS presente all’interno del mezzo sociale in dotazione. Ha atteso di venire contattato dalla ditta incaricata della supervisione ed in mancanza di uno straccio di telefonata da chicchessia, dopo alcuni giorni ha fatto presente l’anomalia. I preposti hanno diagnosticato un malfunzionamento della Z-Box autorizzandone la sostituzione, che è stata prontamente eseguita. Pochi giorni orsono, come conseguenza del tentativo di liberarsi di un fastidioso insetto, il famigerato pulsante è stato premuto nuovamente. In quest’ultimo caso il risultato…
è stato esattamente identico:
nessuna chiamata di controllo nemmeno dopo ore di attesa e la luce rossa ha smesso di lampeggiare il mattino successivo (forse dopo un reset da remoto…).
Naturalmente i motivi dell’anomalia possono essere molteplici:
– la seconda scatoletta era guasta quanto la prima;
– l’incaricato della supervisione era in altre faccende affacendato;
– la tutela della nostra incolumità attraverso il pulsante “SOS” e la scatoletta al quale è collegato è rimasta una mera dichiarazione d’intenti e il vero scopo è sempre stato un altro.
Oppure la geolocalizzazione dell’automezzo è stata abbandonata in favore di qualche cosa di infinitamente più invasivo della nostra libertà personale…
Milano, 20/09/2018
COORDINAMENTO AREA NORD