Incontro odierno con la direzione aziendale almaviva contact, durante l’incontro l’azienda dichiara perdite per circa 1 milione di euro al mese (nel primo trimestre dell’anno l’azienda dichiara di perdere circa 3 milioni di euro con un primo margine operativo pari a 0) con esuberi strutturali che ad oggi si attestano in circa 800 unità, potenzialmente questa numerosità potrebbe aumentare in base agli sviluppi della recente crisi dichiarata da uno dei committenti storici di Palermo.
Da metà giugno il sito di Palermo non avrà a propria disposizione l’ammortizzatore sociale FIS esaurendo le 26 settimane previste in precedenza, l’azienda ritiene che per poter continuare a operare con prospettive di risanamento sul sito di Palermo sarà assolutamente necessario sottoscrivere un accordo con le rappresentanze sindacali che tenga conto di alcune linee guida individuate dall’azienda stessa, ovvero taglio del costo del lavoro, ripresa produttività e marginalità e contestualmente l’accesso ad altro tipo di ammortizzatore sociale.
L’attenzione che il governo sta mettendo in campo in queste ultime settimane con la firma del “protocollo sui call center” viene giudicata positivamente ma sono da attendersi gli effetti operativi di tali intese. Pur avendo sommariamente accennato i punti salienti del potenziale accordo, che in definitiva a noi pare ricalcare l’accordo del 22 dicembre siglato nella sede Partenopea, si è rimandato all’11 maggio la discussione di merito per poter discutere una bozza che l’azienda presenterà alle organizzazioni sindacali.
Come ribadito in incontro la nostra organizzazione non si sottrarrà alla discussione dell’ipotesi d’accordo al tempo stesso riteniamo opportuno ribadire ancora una volta che non firmeremo alcuna intesa sulla base di un semplice mandato assembleare o per delega, riteniamo imprescindibile sottoporre qualsiasi tipo di accordo con l’azienda a
votazione referendaria certificata da parte dei lavoratori del sito di Palermo.
Ad oggi non conosciamo i contenuti specifici delle proposte aziendali, ma la condizione che riteniamo indispensabile è data dalla votazione dei lavoratori nel merito dell’accettazione o meno dell’accordo.
Non possiamo decidere sulla base di convinzioni politiche o comunque di parte, ma rappresentiamo i lavoratori e come già avvenuto poco più di un anno addietro anche stavolta i lavoratori dovranno esprimersi e le rappresentanze dovranno seguire la volontà dei lavoratori.
Abbiamo recentemente assistito gli eventi accaduti nella sede romana a seguito di scelte non effettuate direttamente dai lavoratori democraticamente, non vogliamo assistere ad un film già visto.
Referendum ai lavoratori è l’unica strada percorribile e democratica, per il resto rimandiamo alle prossime 48 ore un’analisi dettagliata della eventuale proposta per informarne i lavoratori e dare a ognuno di loro gli strumenti e le informazioni necessarie per poter effettuare una scelta consapevole e ragionata.
Il Direttivo e la RSU
Cisal Comunicazione