Recentemente, l’Azienda ha inviato un’e‐mail a tutti i dipendenti azionisti di TIM S.p.A. con il seguente oggetto: “Comunicazione per tutti i dipendenti con Azioni TIM S.p.A”, informando che: “TIM S.p.A. ha deciso di promuovere una sollecitazione di deleghe di voto al fine di incentivare la partecipazione attiva degli azionisti all’Assemblea e per garantire agli stessi di poter esprimere il proprio voto in modo consapevole”.
Riteniamo che l’e‐mail contenga una contraddizione evidente, in quanto, con l’approvazione del disegno di legge S.674–B (c.d. DDL Capitali – Legge 5.03.2024 n.21), il Parlamento ha definitivamente negato ai piccoli azionisti il diritto di partecipare in presenza alle Assemblee annuali delle grandi aziende di capitali.
In precedenza, tutti gli azionisti potevano partecipare attivamente, intervenire, porre domande al Consiglio di Amministrazione e ricevere risposte dirette; per TIM S.p.A., l’Assemblea si teneva a Rozzano.
Attualmente, il piccolo azionista può esprimere il proprio voto solo tramite soggetti incaricati, riducendosi così da soggetto attivo a passivo.
Questa restrizione, che impedisce agli ‘’azionisti critici’’ di portare avanti le istanze della società civile nei consessi annuali delle grandi aziende, ha sollevato perplessità anche presso la Consob.
Infatti, durante un’audizione al Senato, la Consob ha espresso un parere negativo riguardo al disegno di legge, sottolineando come non sia in linea con la direttiva c.d. Shareholders Right (2007/36/CE), che mira a facilitare la partecipazione e l’esercizio del diritto di voto degli azionisti.
Non esistono norme simili in nessun altro ordinamento dell’Unione Europea.
A nostro avviso, limitare la voce degli azionisti di minoranza equivale a scrivere il necrologio della trasparenza e contravviene agli interessi stessi delle Società.
In passato, infatti, interventi di azionisti in Assemblea hanno portato all’avvio di indagini da parte degli organi di controllo interni ed esterni, tra cui la Magistratura, che hanno permesso di identificare e risolvere gravi problemi, salvaguardando il valore delle Società e i posti di lavoro, tutelando in particolare i piccoli azionisti.
Sorge, quindi, un legittimo interrogativo: si sta tentando di evitare dibattiti pubblici per sottrarre all’attenzione del mercato notizie potenzialmente sgradite relative alle condizioni delle poche grandi imprese ancora attive, adeguandosi ai dettami della finanza internazionale?
A questo punto, ci chiediamo e chiediamo: ha senso per i piccoli azionisti continuare a investire nelle Società e, in futuro, aderire ai c.d. Piani di Azionariato Diffuso, se il dipendente azionista viene ridotto a mero ‘’spettatore’’? Ciascuno farà le proprie scelte, libere e consapevoli.
Cisal Comunicazione ha deciso di vendere la partecipazione azionaria prima che, permetteteci la battuta, venga tolto anche il diritto di voto.
Cisal Comunicazione
Segreteria Nazionale Azienda TIM