“Grazie all’interpello presentato in data 11 novembre 2020 dall’Ente Bilaterale ENBIC, presieduto da un nostro Segretario Confederale, la direzione centrale dell’Agenzia delle entrate, divisione contribuenti, ha deciso che per i lavoratori in smart working i buoni pasto non concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente, ai sensi dell’art.51, comma 2, lettera c, del T.U. delle imposte sui redditi, approvato con D.P.R. 22/12/1986,n.9 (Tuir). È inutile sottolineare l’importanza di questa decisione in un momento in cui il lavoro agile a causa della pandemia ha decisamente modificato le modalità del lavoro, sia nei settori pubblici che privati”.
Oggi i buoni pasto cartacei sono esenti da tassazione fino al limite di 4 euro a buono, mentre quelli elettronici sono esenti fino al limite di 8 euro a buono, per cui quelli dei lavoratori TIM sono esclusi. Purtroppo in TIM, per colpa di qualcuno, il valore del buono pasto è rimasto congelato nel tempo e confrontato con altre realtà, il successo ottenuto CISAL oggi, avrebbe permesso il recupero mensile di somme importanti a favore dei lavoratori in smart working.
Questa è l’ennesima dimostrazione delle grandi potenzialità di CISAL di cui, CISAL Comunicazione è parte, sia nei confronti di quelle Organizzazioni più piccole e circoscritte al singolo settore, sia nei confronti delle altre OO.SS., dotate degli stessi strumenti, ma che non ottengono risultati per i lavoratori.

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Segreteria Regionale Basilicata