TIM – Inseparabili
Dopo un anno e mezzo dalla presentazione, TIM decide di iniziare il progetto B-Safe.
Per chi non se ne ricordasse, si tratta di un applicativo, da scaricare da OA Store che deve essere obbligatoriamente attivato in tutte le situazioni previste dalla email arrivata in questi giorni, che riepiloghiamo per comodità:
a) interventi in locali aziendali, in assenza di altro personale;
b) interventi su impianti o apparati esterni in zone isolate;
c) interventi in reperibilità durante la fascia oraria notturna e/o fuori orario base;
d) nel caso di transito in zone isolate o poco frequentate da altro personale o da terzi;
e) prima di accedere ad una zona non coperta da segnale radio, dichiarando preventivamente il tempo di permanenza.
Non potendo conoscere a priori se e dove ci sia l’eventuale presenza di altre persone, sarebbe stato più semplice scrivere di tenerlo sempre attivo…
E’ doveroso sottolineare che trattandosi di […] specifica misura di tutela della sicurezza e della salute del personale interessato.[…], la mancata attivazione quando previsto, potrebbe portare all’irrogazione di sanzioni disciplinari.
Analizziamo le criticità che abbiamo riscontrato:
• Innanzi tutto non previene gli eventuali infortuni, in quanto la sua funzione è quella di monitorare per tutta la giornata l’attività del lavoratore in modo di attivare una procedura di soccorso nel caso in cui rilevi la possibilità di un infortunio e/malore;
• per far funzionare correttamente la app, l’apparato di servizio deve essere necessariamente e costantemente portato appresso: in caso contrario non potrebbe rilevare l’eventuale incidente. Le istruzioni indicano addirittura di portare il cellulare vicino al cuore e/o ai genitali;
• è necessario continuare a muoversi in quanto […] se viene registrato […] uno stato di immobilità prolungata, l’app innescherà la richiesta di soccorso […]
• esistono sentenze (ad esempio quella di Torino del gennaio 2020) che stabiliscono che l’utilizzo troppo frequente del cellulare provochi il cancro, mentre un recente studio dell’Università di Berkley (California) indica che tenere il telefono ad almeno 25 cm dal corpo riduca la possibilità di ammalarsi di tumore di 10.000 volte rispetto a quella riscontrabile tenendolo addosso al corpo (come imposto da TIM);
• in fase di sperimentazione la app ha registrato ZERO eventi, per cui la sua utilità è tutta da dimostrare.
• la presenza sullo smartphone di un app che preveda l’invio di chiamate di controllo, implica che il tecnico non possa differire la risposta nemmeno nei casi in cui la sua attenzione debba essere ai massimi livelli (lavori su scala oppure in presenza di tensioni elettriche pericolose), esponendolo di fatto alla possibilità di subire degli infortuni;
• in quanto misura per la tutela della salute, è fatto obbligo al lavoratore conoscere i regolamenti operativi dell’applicativo ed i loro aggiornamenti;
• l’imposizione di tenere aperti cancelli e porte sprovvisti di dispositivi elettromeccanici espone al rischio di intrusione di estranei nei locali aziendali con concreto pericolo per l’incolumità del lavoratore stesso;
• nell’implementazione della funzione “Attività fuori copertura” non si è tenuto minimamente conto di coloro i quali si occupano della manutenzione delle stazioni radio base, il cui lavoro consiste nell’intervenire in località dove il segnale è assente, per fare in modo di ripristinarlo, né delle numerose sedi aziendali ubicate in scantinati o sotterranei dove di segnale non riscontra nemmeno l’ombra.
Naturalmente non sappiamo se l’utilizzo dell’app B-safe porterà mai al salvataggio precoce di qualche lavoratore. Al contrario, quello che appare fin troppo chiaro è che l’ulteriore e superfluo stress in carico ai lavoratori (attivo, spengo, sono stato fermo troppo, sarà partito l’allarme?, ci sarà qualcun altro?, è arrivata una chiamata: saranno i soccorsi?), unito ai rischi derivanti dall’aumento esponenziale all’esposizione a radiazioni elettromagnetiche di un apparato che deve essere portato addosso otto ore al giorno, serva, parafrasando, a salvarne uno per ammalarne cento. Ulteriore attenzione secondo noi va posta al principio secondo cui qualsiasi operazione è lecita se effettuata in “nome” della sicurezza dei lavoratori. A prescindere che sia utile o meno.
Roma 15/07/2021
Per il Coordinamento Nazionale
Sandro Candotti
Flavio Ferrante