TIM – Lettera aperta di un TOF
A seguito del video illustrativo del Dott. Siragusa sul nuovo piano industriale, è pervenuta sui nostri sistemi informatici, una lettera aperta di un TOF, che, visto il periodo storico che stiamo attraversando, abbiamo ritenuto di renderla pubblica.
Piani e….. “ ri‐piani “…..
Buongiorno.
Penso che la chiarezza dei contenuti ed i tempi decisi per l’esposizione del nuovo piano industriale, siano una buona intenzione ma del tutto inadeguata al contesto che stiamo vivendo. Si è tentato in questo ultimo ventennio di arginare un colossale errore.
Privatizzare le TELECOMUNICAZIONI, ma soprattutto distruggere una delle poche eccellenze ITALIANE del dopoguerra, la SIP. Dopo averne spolpato e svuotato le casse, si è passati alle tasche dei dipendenti, via via negli anni, impoverendone professionalità e serenità. La tanto declamata attenzione al clima interno, è solo pubblicità progresso, come la nostra politica del resto.
Come si possono togliere 2 premi di produzione annui, la spalmatura della 14esima, turnazioni massacranti, con rotazione nelle domeniche e nei festivi, con retribuzioni che ci portano ad essere una delle categorie meno remunerate del mondo del lavoro italiano?
Vessati e controllati anche sull’aria che respiriamo. Per carità, sotto tutti i punti di vista le sigle sindacali “forti” ci hanno messo del loro, firmando tutto, con gli occhi bendati e con le orecchie ben chiuse.
Ma noi, sempre e solo noi, ne abbiamo pagato le conseguenze.
Pagato per non so quanti piani industriali illustrati e falliti miseramente per colpa di una classe dirigente che gioca a fare gli imprenditori, intanto, male che possa fare, viene accompagnato alla porta con fior di milioni di euro come buona uscita, con la sicurezza che a pagare siano i lavoratori, tanto hanno fatto, sindacati “forti” complici, che sono arrivati a partorire la solidarietà espansiva, attenzione, che di espansivo ha poco di socievole visto che si porta via un altro stipendio dalle nostre tasche in due anni….. senza calcolare il peso che avrà sulla nostra futura pensione da miseria…
Una sorta di Robin Hood al contrario.
Per non parlare poi della pandemia, dei tecnici obbligati, con questionari ed illustrazioni fantastiche sul come indossare mascherina e guanti, ad andare a casa della gente disperata come e forse più di noi, con il rischio reale di andare incontro ad una malattia di cui ancora non erano ben chiare le gravi conseguenze sulla salute.
Ed ora, sempre in preda a quei giochini, si inventano la divisione, lo scorporo della rete, per soddisfare quella nicchia, che no, loro no, non possono perdere denaro, distruggendo così quell’anima che ha lottato per non morire.
Perlomeno la dignità e l’onestà di dirci seriamente le cose come stanno, almeno quella, lasciatecela.
Cisal Comunicazione