CISAL Comunicazione ha dimostrato in innumerevoli occasioni di essere realmente molto attenta alla sicurezza sul lavoro ed in particolar modo in questo periodo per la situazione venutasi a creare a causa della pandemia da COVID.
Diverse volte quanto da noi richiesto\proposto e non recepito dalle aziende settore, ha trovato conferma a favore dei lavoratori dopo le apposite denunce agli Enti Preposti. Per quanto sopra, gli Ispettori intervenuti in diverse aziende hanno verbalizzato e multato i datori di lavoro che con la loro presunzione si ponevano con quanto messo in atto, fuori dal quadro Normativo Nazionale.
Ebbene con questo comunicato, portiamo all’attenzione dei lavoratori del settore telecomunicazioni tra cui i lavoratori TIM, una vicenda da Noi gestita nella quale abbiamo come scenario, un’azienda di quelle presuntuose, più casi di lavoratori contagiati da COVID in azienda ed un lavoratore che nonostante contagiato in azienda è stato trattato diversamente da quanto dovuto.
Il lavoratore contagiato protagonista del nostro racconto, in occasione del presentarsi del problema si è prima recato al pronto soccorso dove è stato accertato il contagio da COVID e successivamente è stato ricoverato, per poi passare nei giorni a seguire in terapia intensiva.
Una trafila ospedaliera che colui che non la vive non può neanche immaginare, in quanto parliamo di pazienti imbottiti di farmaci e tranquillanti, senza la possibilità di alzarsi dal letto compreso per i bisogni, senza poter ricevere nessuna visita di amici e parenti anche per mesi ed in alcuni giorni portati a pensare dall’evolversi della situazione clinica che sia l’ultimo giorno sulla terra.
Proprio questo lavoratore e nostro rappresentante aveva denunciato, proprio nella sua azienda, la potenziale inefficacia delle procedure COVID adottate ed in occasione dei diversi contagi in azienda aveva evidenziato la presenza nelle sale di diversi contatti stretti non considerati\individuati e segnalati agli Enti Preposti, fra cui il suo.
Per quanto sopra, il lavoratore perché non rientrante nei contratti stretti comunicati dall’azienda agli Enti Preposti, vedeva il suo caso trattato come malattia ordinaria invece che infortunio da COVID.
Passato il brutto periodo ospedaliero e con la giusta serenità, il nostro rappresentante ha contattato l’INAL denunciando e dimostrando che il suo caso non poteva essere escluso dalla correlazione dei contagiati in azienda.
In conclusione l’INAIL ha riconosciuto l’infortunio con relativi punti di invalidità superiore all’6%.
CISAL Comunicazione è stata, l’unica O.S. in prima linea a fianco del lavoratore che, a differenza di tanti altri (compresi i colleghi che hanno sottovalutato la situazione) ha rivendicato quanto in diritto, dimostrando sulla sua pelle che il COVID danneggia parzialmente ed in modo irreparabile i polmoni tanto che l’INAIL riconosce una discreta percentuale dall’invalidità.
Con questo documento CISAL Comunicazione invita tutti i lavoratori oggetto di infortunio da COVID, compresi i lavoratori TIM e che hanno avuto complicanze ed assistenza ospedaliera a verificare il grado di invalidità attribuito dopo l’infortunio al lavoratore e l’eventuale indennizzo.
Il tipo di indennizzo erogato viene stabilito in base al grado di menomazione (e secondo i criteri di cui all art. 13 del d.lgs. 38/2000):
▪ Inferiore al 6%: nessun indennizzo
▪ Dal 6% al 15%: indennizzo del danno biologico in capitale, nessun indennizzo per conseguenze patrimoniali
▪ Dal 16% al 100% una rendita diretta composta da un indennizzo del danno biologico in rendita e da un’ulteriore quota di rendita, per conseguenze patrimoniali
NOI SIAMO DIFFERENTI
Segreteria Regionale Puglia
FERRANTE FLAVIO