I lavoratori delle Telecomunicazioni hanno aspettato tre anni per ottenere solo 50 euro di aumento. Talmente ridicola è stata la trattativa che si è conclusa nello stesso giorno come se fosse stata studiata in precedenza a tavolino.

Talmente vergognosa la situazione che, l’effettivo rinnovo contrattuale è stato chiamato in modo differente, ma nella sostanza, l’inesistente aumento economico non giustifica sia l’attesa e nemmeno che i dati che lo hanno determinato.

A conferma quanto affermato, da giorni è arrivato il rinnovo del contratto delle Poste concluso con un aumento di 81,5 euro e 1000 euro di vacanza a differenza del nostro per il quale per poco, a detta di qualcuno, i lavoratori dovevano addirittura restituire i soldi già percepiti che, secondo i “dialoganti estesi”, per effetto dell’inflazione programmata, rendeva il precedente rinnovo del CCNL, eccezionale e sopra ogni aspettativa.

Per coprire il flop e giustificarlo come una conquista, pochi giorni fa è stato pubblicato un comunicato che con dati e calcoli, annunciava l’esito positivo della trattativa preparando il terreno alla votazione in assemblea.

Ritornando al contratto delle poste nonostante le differenze economiche, i lavoratori hanno ottenuto, avanzamenti di carriera e passaggi professionali, Fondo Sanitario, contribuzione di 8 euro pro capite a carico dell’azienda per il Fondo Previdenza integrativa, esodo volontario incentivato di personale, piano assunzionale che porterà alla copertura di almeno 6 mila posti di lavoro, trasformazioni di contratti da part time a full time, stabilizzazioni, ecc…

Inoltre non accettiamo che alcune OO.SS. restino silenti in merito al notevole incremento dei provvedimenti disciplinari nell’ultimo periodo e all’inasprimento delle sanzioni con sospensioni da diversi giorni ai licenziamenti.

Piena Solidarietà al Collega di Milano Walter licenziato a seguito di pedinamento di quasi 2 mesi e chiediamo per quest’ultimo di reintegrarlo.

Non possiamo restare indifferenti su aspetti come la franchigia oramai acclarato che è tempo di lavoro e quindi deve essere retribuita.

Per questi motivi la nostra posizione in merito a quanto verrà proposto nelle prossime assemblee è in totale antitesi sia nei contenuti che nei metodi.

NOI VOTIAMO NO

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Cisal Comunicazione
Segreteria Nazionale TIM